mercoledì 2 marzo 2011

I fondamenti di Francoise Mézières.


Francoise Meziérès

Quante volte sentiamo pubblicizzare da palestre o centri fitness corsi collettivi od individuali di ginnastica posturale? Siamo sempre certi che tali pubblicità siano finalizzate a propagandare il sicuro benessere per la nostra postura? Evitando di entrare scrupolosamente nello specifico, è importante tener conto delle "regole" posturali dettate dalla fondatrice del metodo di rieducazione posturale più popolare al mondo. Purtroppo, tanti esercizi che si propinano agli ignari pazienti, proposti spesso da centri non qualificati o da falsi rieducatori posturali, non tengono conto di tali regole di seguito elencate causando spesso spiacevoli delusioni sulle aspettative dei clienti, ma anor più spesso spiacevoli regressioni delle condizioni del paziente.
 
Le 10 regole Mézières:

1 . Ci sono solo lordosi:

  • la lordosi è responsabile della cifosi "e non il contrario"
  • la lordosi è responsabile della scoliosi (c’è sempre una lordosi in una scoliosi).
2 . La lordosi è sempre accompagnata dal blocco del torace in inspirazione "allo sforzo" o in trattenuta della espirazione "a riposo".

3 . La lordosi è sempre accompagnata da rotazione interna della radice degli arti.

4 . La lordosi è una necessita’ (fisiologica):
  • per la stazione retta
  • per i movimenti di media e grande ampiezza degli arti.
5 . La lordosi è mobile si sposta come un anello di una tenda sul rachide, man mano che la si corregge dal segmento che occupa si sposta.

6 . Il cavo popliteo è la terza lordosi se non si lavora sulla terza lordosi non è Mézières.

7 . Non si può concepire un allungamento della catena posteriore senza un allineamento O.S.S. (occipite, spalle, sacro).

8 . Non c’è buona tenuta di spalla senza libertà del diaframma.

9 . Non c’è una buona tenuta di testa senza quadricipite.

10 . Abbiamo le gambe come il collo.

[A cura del Ft. Enzo Iodice, Rieducatore Posturale Mézières e Terapista Manuale Osteopatico]



martedì 28 dicembre 2010

Lo stretching contrasta la fascite plantare.

I dolori causati dalla fascite plantare, l'infiammazione dell'aponeurosi plantare, possono essere contrastati con lo stretching. Secondo uno studio americano, pubblicato dallo Journal of Bone and Joint Surgery, lo stretching è un ottimo alleato nelle forme acute, persino più efficace delle onde d'urto. La ricerca è stata condotta su un centinaio di pazienti: metà hanno seguito un programma di stretching con esercizi 3 volte al giorno per 8 settimane; gli altri sono stati sottoposti a 3 sedute di terapia con onde d'urto, una a settimana. Al termine delle cure il 65% dei pazienti che aveva fatto stretching si è dichiarato soddisfatto dei risultati ottenuti, contro il 29% di coloro che erano stati trattati con le onde d'urto.

[tratto da "The Journal of Bone and Joint Surgery (American) 2010;92:2514-2522]

venerdì 21 maggio 2010

The Fryette's Laws - I movimenti fisiologici del rachide.

Uno dei più illustri nomi della medicina osteopatica mondiale è Harrison Fryette, D.O. (Diplomato in Osteopatia). Enunciò le sue “leggi” sui movimenti fisiologici della colonna vertebrale nel 1918. Da allora tutti i terapisti manuali, osteopati, chiropratici, manipolatori etc. etc. parlano un linguaggio comune. E’ doveroso dire che con tali leggi oltre a nascere nuovi dogmi in materia di medicina osteopatica son sorte anche innumerevoli controversie e dubbi, ciò nonostante, tutt’oggi “The Fryette’s Lows” restano le pietre miliari della didattica di tutta la medicina osteopatica mondiale.
Le leggi sono 3 ma alcuni autori non attribuiscono la III legge a H. Fryette bensì a C.R. Nelson enunciata nel 1948, difatti l’osteopatia classica ne riconosce soltanto 2. 
Mentre sulla III legge l’osteopatia mondiale è concorde nel riconoscerla valida su tutto il rachide, un’altra controversia è sorta sulla validità della I e della II legge sulle vertebre del tratto cervicale: l’osteopatia classica reputa le 2 leggi valide solo per il tratto dorsale e lombare mentre la moderna ritiene valida le leggi anche per la cervicale bassa (da C3 a C7). Tutti concordi invece, nell’affermare che la I e la II legge non sono valide sulla cervicale alta (le prime 2 vertebre “atipiche”: Atlante C1 ed Epistrofeo C2).

Come anticipazione alle Leggi è doverosa la “leggenda” riguardante i movimenti possibili del rachide:

R: Rotation (rotazione)

S: Sidebending (inclinazione laterale)

E: Extension (estenzione)

F: Flexion (flessione)

N: Neutral (neutralità)

• La I legge di Fryette afferma che in neutralità l’inclinazione da un lato determina la rotazione dei corpi vertebrali dal lato opposto (ovvero rotazione in direzione della convessità). NSR.

• La II legge di Fryette afferma che in flessione o in estensione l’inclinazione da un lato determina una rotazione dei corpi vertebrali dallo stesso lato (ovvero rotazione in direzione della concavità). FSR o ESR.

• La III legge di Fryette afferma che il movimento vertebrale su un piano riduce automaticamente la mobilità sugli altri 2 piani.


In conclusione, “The Fryette’s Lows” hanno sconvolto e regolamentato la medicina osteopatica mondiale e son diventate le regole sulle quali si basano le manipolazioni vertebrali dirette, indirette, le tecniche vertebrali miotensive (di Mitchell), le tecniche fasciali, cranio-sacrali, posturali etc. etc.
"Osa essere diverso. In così tanti preferiscone esser ortodossi anzichè giusti." [tratto da "Principi della tecnica osteopatica di Harrison H. Fryette]

[A cura del Ft. Enzo Iodice, Posturologo, Rieducatore Posturale Mézières e Terapista Manuale Osteopatico]






giovedì 20 maggio 2010

Tacere è un'arte.

Tacere è un'arte.
Parla solo quando devi dire qualcosa che vale più del silenzio.
Esiste un momento per tacere, così come ne esiste uno per parlare.
Il momento di tacere deve venire sempre prima.
Quando si sarà imparato a mantenere il silenzio, si potrà parlare  rettamente.
Tacere quando si è obbligati a parlare è segno di debolezza, ma parlare quando si dovrebbe tacere indica leggerezza e scarsa discrezione.
È sicuramente meno rischioso tacere che parlare.
L'uomo è padrone di se' solo quando tace: quando parla appartiene meno a se stesso che agli altri.
Quando devi dire una cosa importante, stai attento: dilla prima a te stesso, poi ripetila, per non doverti pentire quando l'avrai detta.
Quando si deve tenere un segreto non si tace mai troppo.
Il silenzio del saggio vale più del ragionamento del filosofo.
Il silenzio può far le veci della saggezza per il povero di spirito.
Forse chi parla poco è un mediocre, ma chi parla troppo è uno stolto travolto dalla voglia di apparire.
L'uomo coraggioso parla poco e compie grandi imprese: l'uomo di buon senso parla poco e dice sempre cose ragionevoli.
Siate sempre molto prudenti, desiderare di dire una cosa  è spesso motivo sufficiente per tacerla.

[Autore anonimo, tratto dal blog della Sig.ra Grazia Maria - http://graziamariablog.blogspot.com/]

martedì 11 maggio 2010

Arte o Scienza nella preparazione atletica.

Nell'ultimo capitolo del best-seller "Ordine & Disordine", il simpatico filosofo partenopeo Luciano De Crescenzo, dopo aver definito cosa l'uno e l'altro (Ordine = Mente; Disordine = Cuore) procede ad una analisi e catalogazione di personaggi di varia umanità, non tralasciando santi, poeti, scienziati e uomini di sport e definendo tra glia altri:

  • Coppi, Platini, Rivera - Ordinati;

  • Bartali, Maradona - Disordinati.
Al termine, l'autore invita il lettore a dilettarsi nel continuare in questa analisi ed elencazione. Assicuro che chi, come il sottoscritto (Prof. P.Iodice, mio padre ndr), si è cimentato nel gioco, è rimasto interdetto quando questo chiamava a catalogo, in primis se stesso, ed in seguito: colleghi, tecnici, allenatori ed operatori del mondo dello sport (tra cui me!).
Il rigore scientifico e la creatività, la certezza ed il dilemma, il positivo ed il negativo, hanno da sempre diviso l'umano pensiero tanto che, probabilmente, l'uomo si è dovto inventare il "dubbio", incapace forse di discernere l'uno da l'altro.
Emipricità od arte e metodologia o scienza, rappresentano ancora oggi dilemmi da lasciare interdetti anche i più attenti ed accreditati operatori del nostro settore.
Nel corso di un Convegno Internazionale, svoltosi nel luntano 1980 a Tel Aviv (Israele), con tema provocatorio: "L'arte o la scienza dell'allenamento" furono già allora posti inquietanti interrogativi.
Non ricordo si sia giunti, anche in quella accreditatissima sede, a definizioni sulla maggiore o minore validità dell'una o dell'altra.
Volendo oggi conciliare le teorie, potremmo definire:

  • L'Arte - La capacità di manipolare i vari elementi dell'allenamento fino ad ottenere risultati ottimali;

  • La Scienza - L'applicazione rigorosa di metodi, tecnologie e programmi basati tutti su principi inoppugnabili.
Nello sport in generale così come nelle attività sportive agonistiche, così come non esistono maghi o stregoni, depositari di formule magiche in grado di trasformare un comune atleta in un campione, non esistono formule e tecniche di preparazione atletica miracolose.
Il quoziente genetico (vedi post n.2 pubblicato il 01/05/10), sostenuto da attività giuste ed appropriate, tutte il più opportunamente e sapientemente dosate e variegate, possono nel tempo esaltare la performance.
In questi ultimi anni, la scienza dell'allenamento ha subito un incremento di tipo esponenziale in quanto si è posta parallelamente alle scienze biomeccaniche e medico-biologiche da cui attinge continuamente, conoscenza e metodo di studio sia per la ricerca che per l'applicazione pratica.
Così come per i "protocolli terapeutici" utilizzati in campo medico/riabilitativo, si sta oggi giungendo alla codifica dell'allenamento e della preparazione atletica dello sportivo.
La differenza sostanziale consiste che: per un farmaco si effettuano, prima del lancio sul mercato sperimentazioni e verifiche in laboratorio; per quanto concerne la preparazione atletica, la relativa somministrazione o coincide con la sperimentazione stessa o viene affidata la stessa, all'estro estemporaneo artistico dell'allenatore.
Se l'anamnesi, la diagnosi, la prognosi e la terapia rappresentano il protocollo di esercizio della scienza medica, quanta scienza viene applicata quotidianamente nella preparazione atletica?
Se alla base di una corretta impostazione metodologica dovrebbe esserci:
  • Il sapere
  • Il saper fare
  • Il saper far fare
dalla verifica critica quotidiana del nostro operare, quante risposte ai vari "sapere" sviluppiamo con il nostro operare?
I conclusione citando una massima del Prof. C.Bosco riteniamo di affermare, dopo una rigorosa analisi introspettiva che "il miglior allenatore resta colui che sbaglia meno!".



[tratto dagli atti del convegno nazionale F.I.A.S. Ischia '96 a cura del Prof. Pasquale Iodice docente presso la Facoltà di Scienze Motorie dell'Università degli Studi di Cassino]

venerdì 7 maggio 2010

Il valore di un sorriso

Donare un sorriso rende felice il cuore:
Arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco da poterne fare a meno né così povero da non poterlo donare.
Il sorriso crea gioia in famiglia dà sostegno nel lavoro ed è segno tangibile d'amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco, rinnova il coraggio nelle prove e nella tristezza è medicina.
E se incontri chi non te lo offre, sii generoso e porgigli il tuo:
Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che non sa darlo.
[P. Faber]

mercoledì 5 maggio 2010

L'angolo del buon umore: "Cose che succedono..."

Un uomo d'affari deve recarsi per qualche giorno all'estero per un viaggio di lavoro, convoca il buon SAID, suo fidato domestico e gli spiega la
situazione: "Mi raccomando che tutto fili liscio e qualsiasi cosa chiamami!".
Risponde Said: "Si signore no preoccupare".
Dopo qualche giorno l'uomo d'affari, non sentendo notizie chiama a casa:
- "Ciao Said come và?".
- "Tutto male!" risponde Said.
- "Perchè cosa è successo?".
- "Rotto manica della vanga!".
- "Ma, porco cane, Said, mi hai fatto prendere un colpo, poco male, cosa vuoi che sia un manico della vanga!!!". Poi, preso dal rimorso, l'uomo d'affari, pensa che Said potrebbe prendersela a male e allora cerca di conciliare: "Com'è successo?".
- Risponde Said: "Niente, sotterravo il suo cane".
- "Ma come il mio cane che amovo come un figlio?...".
- "Caduto in piscina!".
- "Ma Said, è un cane Terranova, un cane bagnino come è potuto annegare in piscina?".
- "No acqua in piscina e lu caduto e morto!".
- "Ma come se abbiamo da poco fatto la solita pulizia di manutenzione e messo l'acqua per l'estate!!".
- "Si, ma acqua usata dai pompieri per spegnere grosso incendio!".
- "Incendio?? Ma quale incendio Said??".
- "Preso fuoco casa!".
- "La mia casa??? Ma com'è successo???".
- "Camera ardente sua madre, c'era candela vicino tenda, tutto bruciato!".
- "Camera ardente? Mia mamma?? E' morta??? Nooo, ma se abbiamo festeggiato la settimana scorsa il suo 70° compleanno ed era carica d'energia!!!!".
- "Ma ieri notte sua mamma non riusciva a prendere sonno, andata a chiedere aiuto a sua moglie, ma l'ha trovata sul suo letto con suo migliore amico!".
- L'uomo d'affari disperato e singhiozzando: "Ma come??? Mi stai dicendo che mia moglie mi tradisce con mio migliore amico??? Ma Said, porca puttana resto via 4 giorni e la mia vita è distrutta! Ma non c'è proprio niente di POSITIVO in questi 4 giorni di merda??".
- "Si, padrone!".
- "Ah, meno male!"..
- "Si ricorda che l'altra settimana ha fatto le analisi per l'HIV??"
- Ed il capo sorridente "Si! Si!".
- "Ecco, quello POSITIVO!"